Durante il Cartoomics dell’anno
scorso l’ottimo Sergio Tulipano ha chiesto a diversi esponenti del mondo del
fumetto di indicare un titolo “da leggere assolutamente”. Ne è venuta fuori una
biblioteca di tutto rispetto, da Spiegelman a Watterson, da Ken Parker a Little
Nemo. Il gotha del fumetto quellofigo,
per intenderci.
Io aggiungo Daytripper,
della coppia prodigio Fabio Moon e Gabriel Bá.
Daytripper è il racconto
di una vita, e di tante morti.
La vita è quella di Brás
de Oliva Domingos, fatta di presenze, di parole, di incontri e rapporti
complessi, a cominciare da quello con il padre, scrittore di grande successo e
personalità, figura chiave per la crescita del tormentato protagonista. E poi il
suo migliore amico, il primo grande amore, la moglie, il figlio…
Una vita normale (qualunque cosa questo voglia
dire) e quindi di rara bellezza, che ci viene raccontata in diversi momenti del
suo percorso, istantanee di un periodo particolare, importante e significativo
e tutte, immancabilmente, con lo stesso esito.
Ogni capitolo termina
con la morte di Brás: una morte accidentale, tragica, che interrompe la sua
vita, ma non la sua storia.
Un evento che non è un “semplice”
espediente narrativo, ma diventa vera e propria allegoria dell’esistenza. Perché
ciò che siamo è, alla fine, condizionato dalla consapevolezza dell’unica cosa
sicura del nostro percorso: che prima o poi finirà. Il nostro come quella di chi
ci circonda, che siano persone care come sconosciuti.
Brás scrive necrologi,
dovrebbe essere riuscito a venire a patti con la morte eppure, come dice lui
stesso: “Vien da pensare che una persona si prepari all’inevitabile, con il
tempo. Ma non è così.”
Daytripper è un dono
prezioso: un racconto delicato e intenso sul miracolo della vita che si rinnova
ad ogni generazione, sul filo che lega in modo indissolubile i genitori ai
figli, sull’amore e sull’amicizia, sulla crescita e, soprattutto, sulla
presenza costante che accompagna ogni nostro passo, su quell’evento insieme
inaspettato e inevitabile che è la scomparsa, la fine della vita.
È incredibile come i due
autori brasiliani siano riusciti a confezionare un libro così perfetto, capace
di emozionare chiunque lo legga, a prescindere da età, formazione o gusti.
Forse proprio perché
parla, in modo così efficace, dell’unica cosa che ci rende tutti uguali e con
cui tutti, prima o poi, dovremo venire a patti.
“La vita è come un
libro, e ogni libro ha un finale. Non importa quanto ti piaccia il libro:
arriverai all’ultima pagina, e finirà”.
Il volume, per le note
vicissitudini legate alla Planeta, non è più facilmente reperibile (se vi
piacciono gli eufemismi), quindi se vi capita di vederlo su qualche scaffale
fatevi un gran favore e prendetelo.
Inoltre oggi i due
autori sono ospiti presso la fumetteria Comix Factory, a Caserta. Trovate tutte
le informazioni al blog dell'anfitrione, Stefano Perullo, persona squisita prima ancora che grandissimo esperto di fumetti: Comix Factory
Io, purtroppo, sono
incatenato alla scrivania e non potrò esserci ma, se ne avete la possibilità,
andateci e tributate a questi due eccezionali autori il giusto merito anche da
parte mia.
Ve ne sarò grato.
Nessun commento:
Posta un commento