venerdì 12 luglio 2013

Pacific Rim: giudizio finale sull'orlo dell'Apocalisse (dan dan daaaaaan).

Ritorno un po’ su questi lidi abbandonati perché l’occasione merita e perché oggi mi gira così.

Ok, sedetevi che sarà lunga.

Iniziamo subito a levarci le formalità di mezzo.
Voto alto, molto alto.
Tra 8 e 8 e 1/2, 4 stelle e rotti su 5, insomma quelle robe lì.
Forse anche di più.

Ora parliamo sul serio.
È un film difficile.

Fare un film hollywoodiano con i robot giganti giapponesi?
C’è una tale marea di differenze nell'impostazione narrativa, nella cultura visiva e nell'interpretazione tra questi due mondi che mi viene il mal di testa solo a pensare di volerne accennare.

Fare un film del genere la prima volta?
Devi spiegare (perché devi farlo) cosa e come va questo nuovo mondo. Perché i personaggi decidono che entrare in un colosso d’acciaio con un reattore nucleare come motore è “una soluzione accettabile” per prendere a pugni mostri grossi come palazzi. 
Devi riuscire a fare tutto questo tenendo buoni i produttori, difendendo con tutto il tuo peso autoriale (che, nel caso di Del Toro, non è poco) le tue scelte, picchiando chi ti chiede di farlo "tipo Transformers". 
Devi, alla fine, giustificare il fatto che stai spendendo una paccata di soldi per animare, in buona sostanza, dei giganteschi giocattoli.  E questa cosa qui la giustifichi in un solo modo: incassando. Tanto.

È un film difficile da inquadrare, quindi.
Nel senso proprio di "inquadrare il bersaglio".

Target.
Chi potrebbe andare a vedersi ‘sto film?

Da una parte c'è una marea di gente che non capisce i film d'azione contemporanei, che spera sempre di avere un approfondimento psicologico nei personaggi, un plot twist o una struttura narrativa originale, che ha difficoltà ad adattarsi all'estetica postmoderna con CG da videogames.
Gente per cui il "sense of wonder" è materia sconosciuta, o talmente rarefatta ed eterea da essere pressoché inconsistente. 
Ma –inspiegabilmente- costoro potrebbero comunque seriamente valutare l’ipotesi di acquistare un biglietto per Pacific Rim, così come l’hanno acquistato per Avengers o per Expendables.

Ecco, a questa gente meglio dire subito: lasciate perdere.
Non provateci nemmeno.
Non è colpa vostra, nessuno ve lo rinfaccerà (be', un po' sì, ma in fondo si tratta di sberleffi da esseri intellettualmente così inferiori... sopravviverete).  
Risparmiatevi due ore di "Meh", "Bah", "Insomma" e "Che tempi, signora, che tempi".
Visto che continuano a spuntar fuori dalle fottute pareti tizi che non riescono ad apprezzare, ad esempio,  la visione di Avengers o Iron Man III, secondo me è meglio essere onesti e dir loro subito, chiaro e tondo, che non è il caso che vedano questo film.
Che tutte le loro critiche potrebbero anche essere "valide e motivate" ma non è quella, la cosa importante.
Anzi: che paradossalmente è la cosa meno importante di tutte.
Semplicemente: è come voler far piacere un film a colori ad uno che apprezza solo il bianco e nero.
Non c'è nulla di male nel vedere solo bianco e nero. 
Hanno fatto e continuano a fare film stupendi in bianco e nero.
Continuate a guardare quelli.
I miei sogni sono a colori e a me va bene così.

Andiamo dall'altra parte dello spettro.
Dalla parte di chi si aspetta "il film di robottoni definitivo".
Dal lato di chi conosce la differenza (non solo estetica, ma anche concettuale) tra lo Strike Freedom e il Turn A, o il perché in Getter Robot Daikessen lo Shin Getter Dragon ha un design mentre in Last day ne ha un altro.
A loro dico subito: NON È il film di robottoni definitivo.
Non è la realizzazione dei vostri più intensi desideri, né la versione cinematografica dell'intro di un Super Robot Taisen.



Pacific Rim paga (come deve essere, come è giusto che sia) la sua natura hollywoodiana.
È un film, in questo senso, nel migliore dei casi introduttivo.
Personaggi che voi bramereste vedere al centro dell'azione per intere sequenze fanno il loro atto di presenza scenografico e poi vengono gentilmente messi da parte.
Elementi narrativi che per chi "mastica" la materia sono talmente scontati da essere quasi superflui vengono invece estrinsecati al limite della pedanteria.
Ci sono parti di questo film che vi faranno saltare dalla sedia, certo. Ma il resto del film (quasi la metà buona, quindi) potrebbe quasi risultarvi insopportabile.
Consideratevi avvisati.
Non è il film definitivo sui robottoni. È il primo film sui robottoni. Il primo vero, intendo. 

C'è poi un'altra fetta di potenziale target.
Gente che s'è vista i suoi bei Goldrakki e Gigrobbò quand'era piccola, poi morta lì e ora se li ricorda con la lacrimuccia.
Magari potete sostituire Goldrake con Evangelion, levare qualche anno, aggiungere quella punta di insopportabile spocchia di chi s'è visto quella cacata di Anno* ed è convinto di "aver capito tutto", ma il risultato non cambia.
Su questa fascia di pubblico (che potrebbe anche risultare strategicamente importante, ai fini degli incassi finali) non mi pronuncio.
Tanto può essere che questo film gli piaccia tanto che non lo capiscano.
Propenderei per la prima ipotesi, ma dopo John Carter non mi stupisco più di nulla.

Qualcun altro?
Sì, magari i beatamente inconsapevoli.
Quelli che vanno al cinema giusto per passare un paio d’ore di tranquillo e spensierato divertimento, tra una pizza & birra e una puntata in discoteca.
Non ne sanno nulla di "preparazione al film" o di "substrato culturale", e poco gli importa.
Mi dicono esistano.
Loro secondo me si divertono parecchio.

La scommessa di Del Toro, secondo me, è stata parecchio azzardata.
Quel pazzo visionario ha veramente cercato di conciliare due filosofie e due visioni dello spettacolo molto distanti tra loro.
Ripeto quanto ho detto in più di una circostanza, in questi mesi, a chi mi chiedeva opinioni sulla realizzazione del film: guardate che se a Hollywood non hanno mai fatto "un film coi robottoni" c'è un cazzo di motivo!
NON
È
FACILE!

Del Toro c'è riuscito?
Ha vinto la scommessa?

Sì.
Ma quasi per il rotto della cuffia.

Il film parte alla grande, con un'introduzione da alzarsi e applaudire.

Poi all'improvviso sembra arenarsi.
Gioca con gli stereotipi, cincischia con ammiccamenti e citazioni, fa improbabili promesse per il futuro, come un’imponente imminente battaglia campale “full force”.



Primi piani, chiacchiere, primi piani, parentesi comica, spiegone, spiegone, primi piani.
E va avanti così per un po', quel po' troppo che potrebbe far spazientire i mecha-fan ma comunque non accontenta abbastanza i maniaci dell'approfondimento.

Per fortuna buona parte dei primi piani sono dedicati ai pettorali di Charlie Hunnam (le femminucce ringraziano), a Rinko Kikuchi (i maschietti ringraziano) o a Idris Elba (l’umanità ringrazia e si inchina doverosamente).

Non è tosto come sembra.
Deppiù. E pilota robottoni.

Insomma si fa quel tanto di melina a centrocampo che –dannazione- sembra una necessità imprescindibile dei film action di questa generazione.

Ma poi si riprende, e si riprende veramente da salti sulla poltrona: manly tears e testosterone a pacchi appena Del Toro decide di piantarla con i tentennamenti e iniziare a far vedere titani di metallo che picchiano mostri giganti.



Lo metto nero su bianco e sono disposto a sottoscriverlo: le scene d'azione sono fantastiche.
Fantastiche.
La colonna sonora pompa a dovere, le inquadrature non sono mai troppo frenetiche né troppo statiche, il senso di maestosità e grandeur dei combattenti è reso magnificamente.
Dà le piste a "fuffa Snyder" e "kababoom Bay". Ma le piste serie.
Del tipo che li sorpassa, li doppia, li doppia DI NUOVO e poi un'ALTRA VOLTA. 
Così, per gradire.
Davvero.

C'è tutto, tutto quello che ci si poteva aspettare.
Colpi speciali, mosse da arti marziali e risse da scaricatori di porto, missili, raggi, urla e cappottoni.
Tanto che a un certo punto ci si chiede (ecco che ritorna il mecha fan): ma perché non è TUTTO COSÌ, il film?
Eh.
Perché è un film hollywoodiano, non "Grendizer, Getter Robo G, Great Mazinger: Kessen! Daikaijuu" o il combattimento finale di Gurren-Lagann.
E deve -che vi/ci piaccia o meno- obbedire a delle regole che non sono quelle dei mecha anime.

Ripeto: quello che fa, Pacific Rim lo fa benissimo.
È il primo film di un franchise mai visto prima su questa scala.
Porta a casa delle sequenze memorabili (almeno 50 minuti ad Elevato Rischio Infarto), un paio di punch-line da mandare a memoria e apre una via.
Già solo per essere riuscito a fare questo si merita lodi sperticate.
E il 3D sembra addirittura sensato
(Peccato non averlo fatto in 48fps, però...).

Poi, obiettivamente, ha dei difetti.
Personaggi non abbastanza approfonditi?
Sì.
Una sceneggiatura non perfettamente equilibrata, che a tratti ti lascia interdetto, o con quel senso di "non è abbastanza..."?
Sì.
Un altro di quegli insulsi film d'azione che non c'è alcun lavoro sulla psicologia dei personaggi e sono sola mera ed effimera evasione eccetera eccetera?
Sì, per amor del cielo. Contenti? 
Ora cortesemente fuori dalle palle.
C'è un'imperdibile restrospettiva introspettiva di cinema ungherese con sottotitoli in finnico nell'altra sala.

Mi sarebbe piaciuto dire che il film è perfetto, che non ha difetti.
Ma non è così.

Ma funziona? Ha potenziale? Ti fa urlare e ridere e stupire e divertire? Ti fa credere che, in questo caso, un uomo (due, via) possa pilotare un robot gigante da combattimento?
Sì, sì, sì (per una buona parte del film, almeno) e sì.
Buon Dio, sì.

Star Wars non era un film perfetto, ma funzionava.
Superman (Superman, non Mass Murder Lagna of Steel) non era un film perfetto, ma funzionava.
Iron Man non è un film perfetto, ma funziona. 
Come pure Avengers.

Pacific Rim non è un film perfetto.
Ma, per i sacri nomi di Honda, Yokoyama, Nagai e Tomino, funziona.
È un film ad alto budget di robot giganti che combattono contro mostri giganti e FUNZIONA!



Ultima cosa: avete presente la differenza qualitativa tra Hellboy (bellino) e Hellboy 2 (splendido)?
Ecco.
La mia opinione è che, se mai Del Toro dovesse avere l'ok per un sequel (e c'è la possibilità, sì che c'è) e rispetta la stessa proporzione di Hellboy, potremmo veramente, ma veramente vederne delle belle.


* A tal proposito. Ho aspettato di aver visto il film per poter finalmente fare questa affermazione con cognizione di causa.
Questo film con Evangelion non c'entra un cazzo.
Lo ribadisco e scandisco bene, giusto per evitare possibili fraintendimenti.
Questo - film - con - Evangelion - non - c'entra - un - beneamatissimo  - cazzo.

Chiunque affermi il contrario lo fa o in malafede o perché non sa di che sta parlando.