giovedì 12 aprile 2012

Saint Seiya Omega: 2 cent su...

L’analisi di un prodotto non può e non deve esimersi dal target di riferimento: occorre sempre tener presente il pubblico per cui quel prodotto è stato pensato e confezionato, onde evitare di…
No, non ce la faccio.
Saint Seiya Omega è una cagata pazzesca!
Ah, va meglio…
M’ero ripromesso di aspettare qualche altro episodio prima di calare la mannaia, mai giudicare il libro dalla copertina e così via, ma la visione della preview del terzo episodio m’ha fatto cambiare idea.
Perché niente deve restare impunito.
Per chiarire: non è che sia un denigratrore del marchio “Caballeros”, eh?
Anche dopo aver smaltito l’euforia deleteria da girella, per cui ti sembrano notevoli cose che poi, anni dopo, ti vergogni pure d’aver visto, resto dell’opinione che il primo Saint Seiya sia stato un dignitoso shonen, con tutti i difetti e i pregi del genere.
Trama inesistente, caratterizzazioni dei personaggi alla “facci ridere”, colpi di scena telefonati dal salotto e così via. Però c’era il chara di Shingo Araki, una soundtrack efficace e, ammettiamolo: alcune armature erano veramente fighe.
Quindi annunciano un nuovo capitolo animato (dopo le alterne vicissitudini dei vari Hen) e uno pensa: oh, magari vien fuori qualcosa di buono.
Leggi il cast tecnico e dai: poteva andar peggio, tutto sommato. Il regista è quello delle Precure, ovvero le meglio maghette dopo Nanoha, il character designer è quello del pittorico (ma soporifero) Casshern Sins e tutto sommato, se la imbroccano…
Che brutta cosa l’ottimismo.
Ho iniziato ad avere vibrazioni negative già all’uscita delle prime immagini promozionali, ma fa niente.
Esce il primo episodio e sopravvivo, a stento, alla sigla.
Che è un inutile remix di Pegasus Fantasy (e già il fatto che si ricicli la vecchia sigla dovrebbe far capire molte cose), ma raggiunge il vero culmine con la foto di gruppo in posa dei nuovi protagonisti.
Qui potrebbe venir giù il teatro, volendo.
Comunque inizia questo benedetto primo episodio e io sono costretto a vederlo due volte. Perché la prima visione è talmente devastante che la mia mente l’ha semplicemente rimossa. Quindi me lo riguardo, pensando: “No, dai: ti stai sbagliando. Non può essere così brutto”.
E in effetti ho ragione. Non è così brutto.
È peggio.
Il problema non è la realizzazione tecnica. Che è mediocre, comunque: la QUALITY regna sovrana, ci sono un paio di strafalcioni di quelli seri (pezzi d’armatura che scompaiono/riappaiono a casaccio, per esempio) e alla via così.
No: il problema ha radici più profonde.
Quello che si sta compiendo sotto i miei increduli ed occhialuti bulbi oculari è uno stravolgimento del canone originario: questi qui non sono più i Santi di Atena. È altra roba, e inizio ad avere un brutto sospetto.
Ma potrei sbagliarmi. Potrei essere accecato dal mio esser vecchio dentro, e quindi immotivatamente legato all’idea romantica dei “vecchi” Cavalieri di Atena (oddìo, ma che sto dicendo?).
Quindi aspettiamo ancora qualche puntata e vediamo che succede.
Esce il secondo episodio, lo guardo, rido.
Ma tanto.
Preview del terzo episodio, rido tantissimo.
Poi una folgorazione, il mondo si illumina e tutto diventa chiaro. E smetto di ridere.
Allora.
Primo episodio: Saori-Atena-Lady SisaBel e Seiya-Pegasus difendono questo neonato, Koga, dall’attacco del malvagio ed oscuro Marte.
Gli anni passano e il neonato, ora giovin virgulto, cresce su un’isoletta, educato a suon di mazzate da Shaina (gran mossa, quella di usare una sadomasochista latente come tutor, complimenti), mentre Saori-Atena-Lady SisaBel passa il tempo a far la calza (no, non sto scherzando).
Poi ritorna Marte, asfalta facilmente Shaina e Saori si sacrifica per salvare Koga, che ha un attimo di sboronia utile solo a far vedere che c’è del potenziale, lì sotto. Quindi: vestizione! (Ah, no, quelli erano i samurai… vabbè, tanto la sequenza è identica).
Attenzione: adesso le Cloth non sono più custodite in quei simpatici cubi di metallo intarsiati 60x60 così comodi da portare in spalla modello zainetto Invicta. No: ora sono magicamente inserite in comodi gioiellini, da cui spuntano fuori alla bisogna in un tripudio di miccette e fuochi d’artificio da quattro soldi.
E sono molto, ma molto più fashion di prima. Per dire: la cloth del Sagittario ha incorporato uno svolazzante foulard bianco che non servirà ad una mazza in battaglia, ma vuoi mettere l’effetto scenico? I colletti sembrano quelli di camicie inamidate male e tutto ha questo aspetto da stoffa che farà felici i cosplayers.



Insomma c’è una sensazione strisciante di stortura, tipo quando torni a casa e trovi le tue cose spostate.
Veniamo al secondo episodio: Koga, devastato dalla propria nullaggine, decide di partire per salvare Saori-Athena-Lady SisaBel.
Ok, grande piano. Partire per dove? Salvarla come?
Oh, quanti problemi che ti fai: tu inizia ad andare e poi vedrai che sarà il ciondolino Kinder -ora con Più Armature®- a indicarti la via (e no, non sto scherzando neanche qui).
Quindi Koga va e lungo la strada incontra, ohibò, un nuovo amichetto: Soma del Leone Minore, che prima lo mena (aridaje), poi si stupisce nel sapere che lui è addirittura l’erede dell’addirittura famossimo Seiya di Pegasus, poi lo umilia di nuovo, lo sbeffeggia e infine gli spiega che ogni Santo ha un elemento naturale che lo contraddistingue.


EH?
E da quando?
Ma come, non lo sai? Ok, in anni e anni e anni di Cavalieri questa cosa non è MAI stata nominata, ma la sanno tutti. Aria, Fuoco, Terra, Luce, Tenebra eccetera, tutti contraddistinti da quei bei simboletti che fanno tanto gadget figo.

Oh, in Naruto ha funzionato: che siamo noi, i figli della serva?
Tra il lusco e il brusco arriva un kattivissimo che li pesta, i due evocano le armature (Koga dal ciondolino, Soma dal braccialetto… e se a questo punto non avete i brividi non so che altro dirvi) ma è solo quando Koga scopre di essere –WOW, sorpresona- un predestinato della Luce che riescono ad avere la meglio.


Notare i particolari: l’armatura del Leone Minore ha le fiamme disegnate per andare più veloce, il guanto lungo + giarrettiera da drag queen e prevede il culo scoperto. A voi i commenti, io non ho il cuore.


A questo punto Soma propone a Koga di unirsi a lui per dirigersi verso Palaestra, l’accademia dove i Santi vengono addestrati e …
Alt, momento.
Ricapitoliamo.
Neonato, coppia che si sacrifica per salvarlo da cattivissimo oscuro.
Il bimbo, che è il Prescelto dal grande potenziale, cresce ignaro fino a che il destino non ribussa alla porta.
Lui parte, incontra un amichetto coi capelli rossi e insieme vanno all’Accademia, dove incontreranno una ragazza abilissima ma sbulleggiata dai compagni di corso cattivi.
Ok, tutto chiaro.
Non è Saint Seiya: è Harry Potter.
Incrociato con le Winx.
Scoop: i prossimi Cavalieri dello Zodiaco, con le nuove armature modello La Rinascente

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